Creatività e stampa

Creatività e stampa

Ora che hai gli strumenti e le idee devi realizzare il tuo progetto. E qui iniziano i problemi ed entra in gioco l’esperienza. Prima di iniziare a buttare giù qualunque bozza hai l’assoluta necessità di sapere alcuni dati dai quali dipenderà la realizzazione del lavoro.

1. Quante copie saranno stampate? Ti farai questa domanda perché in base al numero di copie saprai se la stampa verrà fatta in digitale o in macchina.

La stampa digitale è un tipo di stampa che si esegue direttamente dal tuo file con delle stampanti professionali, per intenderci, come la tua stampante A4 di casa ma molto più grandi, costose e precise. La stampa digitale conviene quando si devono fare poche copie, ad esempio se devi realizzare al massimo 1000 copie di un biglietto di cui ogni mese cambia la grafica. Diventa invece molto costosa su grandi tirature.
La stampa in macchina o produzione invece necessita di un impianto stampa: in caso di quadricromia il tuo file verrà diviso secondo i colori (CMYK = cyan, magenta, yellow, black), per ogni colore si crea una pellicola e poi una lastra, queste ultime usate in macchina dallo stampatore (offset). In caso di stampa flessografica (flexo) si creeranno degli stampi a rilievo di gomma.


I colori vengono trasformati in puntini (linee di stampa) da chi realizza gli impianti, e sommati uno all’altro formano i colori e le sfumature. Sull’argomento ci sarebbero da spiegare centinaia di cose ma per il momento questo piccolo riassunto è sufficiente.

La stampa in macchina, essendo molto laboriosa e necessitando di un avvio macchina nel quale il lavoro viene “tarato”, è conveniente solo per grandi tirature.
La qualità di stampa tra le due tecniche al giorno d’oggi è quasi identica; fino a qualche anno fa la stampa in macchina era nettamente superiore, ma con l’arrivo delle ultime tecnologie le differenze sono davvero minime, l’unica pecca della digitale è che non può stampare i colori Pantone, quindi non ti dà la certezza della corrispondenza colore.

2. Quale carta scegliere? Può sembrare un’informazione superflua ma è molto importante saperlo perché se scegli una carta opaca i colori avranno un effetto molto più spento (vedi i Pantone Uncoated), con la carta lucida, invece i colori resteranno brillanti e accesi (vedi i Pantone Coated).

A mio parere entrambi i tipi di carta sono bellissimi e sta a un bravo grafico decidere quali usare e in quali occasioni.
Tolte queste due macro categorie, esistono migliaia di tipi di carta. Ti consiglio di farti dare un campionario con le prove di stampa dalla aziende con cui collaborerai.

3. Saranno plastificate? Se il tuo lavoro è plastificato chi lo eseguirà saprà consigliarti la carta più opportuna da utilizzare, che la plastificazione sia lucida o opaca a livello di file non cambia molto, useremo sempre i colori Pantone in versione Coated, in quanto la carta di base non sarà mai opaca.
A livello estetico cambia moltissimo. La plastificazione lucida conferisce un effetto brillante e vivace, mentre quella opaca risulta più sobria ed elegante, l’unica pecca è che si striscia facilmente maneggiandola.
Se decidi di plastificare il tuo lavoro tieni anche presente che in alcuni casi, sulle pieghe di fustellatura, (se fai un invito, ad esempio, ci sarà una piega al centro per chiuderlo: si chiama di fustellatura perché viene fatta attraverso una fustella metallica) potrebbe screpolarsi leggermente, cosa che si noterà di più se il colore di fondo è scuro.

4. Ci saranno vernici o rilievi? Tutte le lavorazioni extra vanno pensate fin dall’inizio, il loro costo solitamente incide parecchio sul lavoro per cui bisogna riflettere attentamente a come e in che modo utilizzarle.
Ad esempio, se decidi di stampare un logo in vernice ludica “spessorata” per avere un effetto: biglietto opaco/logo lucido, dovrai tener conto degli spessori del logo: non dovrà essere troppo sottile poiché alcuni dettagli potrebbero “perdersi”, stessa cosa vale per il rilievo. Inoltre ricorda sempre che con queste tecniche è meglio non stampare sopra alle pieghe, vale lo stesso discorso della plastificazione, solo che in questo caso è certo che la vernice screpolerà.

Spesso queste nozioni non si imparano a scuola, ma solo sul campo, con l’esperienza. Molti grafici credono che non sia indispensabile conoscere in modo approfondito il mondo della stampa, niente di più sbagliato.

UN BRAVO GRAFICO DEVE CONOSCERE ANCHE LE PROBLEMATICHE DI STAMPA PER POTER REALIZZARE NEL MODO MIGLIORE IL SUO LAVORO

È inutile progettare una cosa splendida ma fisicamente irrealizzabile.
Per cui, tornando al quesito iniziale di questa sezione, cosa devi fare se non hai mai seguito una scuola apposita ma sogni di fare il grafico?
Gavetta. Imparare sarà la tua parola d’ordine: guarda, studia e assorbi come una spugna da tutte le fonti possibili. E poi copia, copia e ancora copia. Sii critico e analizza tutto. Vai al ristorante? Guarda con occhio analitico l’impostazione del menu.
Inizia a lavorare nel settore come apprendista e cerca di carpire più informazioni possibili. L’ideale, com’è stato per me, sarebbe di cominciare a lavorare subito nel mondo della stampa, in modo da avere solide basi per passare ad altri settori. Non rischiare di aprire una Partita Iva e buttarti tra i freelance senza avere una concreta esperienza prima, sarebbe molto difficile e rischioso.

Spero di averti dato una panoramica soddisfacente del mondo dei grafici e della stampa. Si potrebbero scrivere libri e libri su questo mestiere, per nulla semplice, ma a volte l’esperienza sul campo, affiancato da qualcuno di esperto, e la voglia di apprendere e non fermarsi mai, sono meglio di qualunque corso o scuola. Io ne sono l’esempio vivente.

© 2018 Lorena Laurenti. All rights reserved. È possibile fare una citazione dell’articolo includendo il link originale alla pagina e dandone comunicazione all’indirizzo info@disegnamo.it

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