I pastelli

I pastelli

LA STORIA

I pastelli, così come li conosciamo, sono entrati nell’uso corrente circa duecento anni fa. A differenza dell’acquerello, che è trasparente, essi sono coprenti e di aspetto vellutato; la morbidezza e il colore fresco e brillante ne fanno uno dei materiali per dipingere con effetti più gradevoli e di rispondenza più immediata.
I bastoncini di pastello sono composti di una pasta di pigmento in polvere, legato con gomma leggera o resina, il loro nome deriva da questa pasta. Possono essere impiegati in molti campi, dalla grafica alla pittura a olio, senza richiedere un medium che ne complichi l’uso. Per contro, il pastello, chimicamente purissimo, è di difficile protezione da danni accidentali e, quindi, dura nel tempo solo se si fissa con molta cura. Anche la gamma tonale è limitata ed è difficile correggere gli errori. Il colore, infatti, può venire leggermente alleggerito con un pennello di setola o con una gomma pane, ma questo intervento può appiattire il supporto e togliergli capacità di trattenere il colore, è quindi opportuno organizzare bene le fasi del disegno e poi realizzarle con molta cura.
Si ritiene che il pastello morbido sia stato inventato dall’artista francese Jean Perréal (1455-1530) alla fine del XV secolo. Uno dei primi artisti italiani a utilizzarlo nei suoi studi e schizzi fu Leonardo da Vinci (1452-1519), che ne riconobbe la paternità a Perréal, e lo citò nel suo Codice Atlantico con la frase “ […] una tecnica nuova per dipingere con differenti colori secchi”.
In tempi in cui era raro che una donna acquistasse una certa notorietà come artista, la veneziana Rosalba Carriera (1677-1757) divenne famosa come abile pastellista: la finezza e delicatezza dei suoi ritratti è evidente nello schizzo che ritrae Watteau, eseguito prima della sua morte, nel 1721. Ancora più grande fu Quentin de La Tour (1704-88) che, insieme a Jean Baptiste Perroneau (1715-83) e Jean Baptiste Chardin (1699-1779), raffigurò, soprattutto con famosi ritratti, il tempo e la corte di Luigi XV e XVI.
Il pittore impressionista Edgar Degas (1834-1917) divenne un grande ammiratore e collezionista dei pastelli di La Tour e sviluppò una tecnica che avrebbe stupito non poco i suoi predecessori. Tuttavia, nonostante i livelli qualitativi raggiunti da Degas, Odilon Redon (1840-1916) e Mary Cassatt (1845-1926), il pastello è rimasto in genere un mezzo poco apprezzato dagli artisti rispetto ad altre tecniche come l’olio e persino la gouache.

[Degas – Tre danzatrici (1900); pastello]

[Degas – La stella (1876-78); pastello e inchiostro su carta]

COSA SERVE PER INIZIARE

A differenza di altri mezzi pittorici, i pastelli non possono essere mescolati sulla tavolozza per formare altri colori e toni; sono quindi prodotti separatamente e in un gran numero di tinte, circa 600, di marche diverse. Sennelier ad esempio produce una gamma di pastelli secchi di 525 tonalità.
Selezionare la quantità e i colori necessari è senz’altro un problema di scelta individuale. Una gamma di base può comprendere circa 48 colori, mentre una piccola serie di 12 pastelli può essere sufficiente per disegnare all’aperto. Si può iniziare con una serie già confezionata e aumentare i pastelli man mano che se ne presenta la necessità. Winsor & Newton e Talens Rembrandt producono pratiche scatole nei colori base che è possibile ampliare acquistando nuovi toni sfusi.
I pastelli sono disponibili in tre tipi: morbidi, medi e duri; quelli morbidi offrono la gamma più brillante di colori, sono più facili da maneggiare e in genere sono i più usati.
È bene acquistare pastelli che portino sull’etichetta l’indicazione precisa del pigmento usato, come ad esempio: verde smeraldo, blu oltremare o ocra gialla. Altri tipi, che all’inizio possono sembrare brillanti, si rivelano in seguito poco permanenti.
Per il principiante può essere sufficiente un corredo di soli quattro colori: nero, bianco (per fornire un contrasto freddo), rosso (rosso veneziano o sanguigna) e bruno. Le crete rettangolari nere, sanguigna e bruna sono utili per lo schizzo preliminare e per mettere in evidenza le linee del disegno. Ne parleremo meglio nelle pagine dedicate al carboncino.
I produttori indicano i colori con un nome e un numero utilizzando una scala da 0 a 8, per distinguere i toni dal chiaro allo scuro. Tuttavia, non esiste un sistema standard. Alcune marche, come la Talens, indicano anche, con una scala decimale, la quantità di bianco che è stata aggiunta al colore di base.
Per formare la tavolozza di base, un tono chiaro, uno medio e uno scuro per ciascun colore sono sufficienti. Dato che i campionari delle tinte forniti con le scatole sono stampati su carta bianca, quando si dipinge su carta più scura o colorata è bene preparare un campionario personale delle tinte.
I pastelli a olio sono più resistenti e meno friabili di quelli secchi. Sono l’ideale per tracciare il disegno iniziale di un dipinto a olio o per bozzetti.
I pastelli possono essere usati con altri tipi di colori, sovrapposti a un acquarello, a una gouache, a un inchiostro e viceversa.

Se vuoi acquistare un set, ti propongo queste bellissima scatola di 60 pastelli a olio di Sennelier:

In alternativa, prova questi 45 fantastici pastelli morbidi extra fini di Talens Rembrandt:

FABBRICARSI I PASTELLI?

Fabbricare i propri pastelli richiede pazienza, ma è un’arte non molto difficile. Il prodotto finale sarà certamente meno costoso di quello acquistato già pronto e può anche risultare più soddisfacente per la possibilità di creare tinte particolari.

Per la soluzione legante occorrono:
– polvere di gomma adragante o fogli di gelatina
– acqua distillata

Per ottenere una notevole quantità di soluzione si mescolano in una bottiglia con tappo a vite 25 grammi di gomma adragante in polvere in 1 litro di acqua distillata e si lascia riposare in luogo tiepido per un’intera notte. Se la soluzione va conservata per un certo periodo di tempo, si aggiunge mezzo cucchiaino di beta-naftolo e si agita bene.
Su una lastra di vetro si mescola il pigmento con un po’ di soluzione, tenendo presente che ogni pigmento reagisce in modo diverso.
Per ottenere pastelli più morbidi è bene aggiungere più acqua distillata alla soluzione originale.
Un metodo ancora più semplice: in un fazzoletto di carta si mescolano a lungo bianco di zinco e pigmento colorato in uguale quantità e si lascia da parte metà della polvere che si mescolerà in seguito con una uguale quantità di bianco per ottenere un tono più chiaro. L’altra metà viene impastata su una lastra di vetro con acqua distillata, aggiungendo poi un po’ di soluzione di gomma o di gelatina. Si appoggia la pasta su carta assorbente per eliminare l’eccesso di umidità e si conforma in piccoli cilindri con l’ausilio di un pezzo di cartone ricoperto di carta assorbente, oppure arrotolandolo tra le mani come se fosse una sigaretta. Il pastello deve asciugare a temperatura ambiente per almeno 24 ore.

SUPPORTI

La buona riuscita di un disegno a pastello dipende in larga misura dalla qualità del colore e dalla granitura del supporto.
La carta deve essere sufficientemente ruvida da trattenere il pastello quando questo viene sfregato sulla sua superficie; anche il suo colore è importante perché parte del supporto può essere lasciato scoperto per illuminare il dipinto o, nel caso di carta scura, per creare contrasti netti od ombre.
La carta adatta ai pastelli è di cellulosa o di stracci, bianca o colorata, di grana assai simile ai buoni supporti per acquerello o disegno. Esiste un tipo di carta vetrata, morbida e a grana finissima, creata apposta per i pastelli; esiste anche una carta molto soffice, a fibra vellutata, detta bambagina. Si possono utilizzare tele già preparate o un tessuto molto leggero incollato su cartoncino o su laminato.
Tra le carte colorate, la ingres è la più affidabile per lavorare a pastello. Quella della Fabriano ha due grammature: 90 e 160 g/m2; i colori consigliati sono: grigio pietra, grigio medio e rossiccio. Puoi testare anche le carte Sennelier (14 colori 350 g/m2) e della Canson (50 colori 160 g/m2).
Per non correre il rischio che la carta colorata sbiadisca, alcuni artisti preferiscono colorare da sé i propri supporti: un metodo consiste nello sfregare la carta con uno straccio umido intinto nella polvere di un pastello ben macinato. La polvere in eccesso deve essere eliminata quando la carta è asciutta.

Problemi:
Un disegno a pastello può essere attaccato dalla muffa; si può prevenire questo fenomeno impermeabilizzando la carta con una leggera soluzione fungicida o con una soluzione di formalina al 10%.

ATTREZZATURA

Un cavalletto e la tavoletta da disegno sono le attrezzature che chi disegna a pastello ha in comune con l’acquerellista. Si ha bisogno inoltre di una lastra di vetro, di una spatola e di sfumini (bastoncini di cellulosa pressata che servono per togliere la polvere di colore o, sfregati sul colore, per creare sfumature ed effetti speciali). Gli sfumini di pelle (che ormai non si trovano quasi più) sono bastoncini di legno con la punta di pelle scamosciata.
Altri attrezzi utili sono la gomma pane, un coltello affilato, un nebulizzatore, fissativo, carta vetrata per fare la punta ai pastelli, carboncino per i contorni e per finire, ovviamente, una serie di pastelli ben scelti.

COME DIPINGERE A PASTELLO

Questo effetto si ottiene passando un pastello senza punta su carta ruvida, muovendo la mano sempre nella stessa direzione.

Questo effetto si ottiene tracciando su carta dei tratti decisi, il colore crea un effetto vibrante.

Questo effetto si ottiene sovrapponendo linee di direzione opposta: tratto incrociato.

Questo effetto si ottiene premendo lo spigolo del pastello, si formano linee sottili e decise.

Questo effetto si ottiene sfregando il pastello nel senso della lunghezza senza la carta di protezione.

Questo effetto si ottiene sfregando dei tratti netti con la punta delle dita.

Questo effetto si ottiene utilizzando la gomma pane: il colore viene lumeggiato o asportato in modo da creare texture più chiare.

PASTELLI A OLIO E TREMENTINA

1) Con un pastello a olio prepara, su un foglio di carta ruvida, una superficie uniforme.

2) Inumidisci un pennello nella trementina e passalo sopra, il colore: si spande e penetra nella carta. Se poi ripassi con dei tratti decisi otterrai una bella texture.

SFUMARE IL COLORE

Per sfumare utilizza uno sfumino, il risultato ottenuto sarà molto preciso.

Puoi anche sfregare un pezzetto di carta sulla superficie colorata, il pastello penetrerà nel foglio e renderà il colore stabile.

SCHIARIRE IL COLORE

Con uno spigolo della gonna pane elimina piccole zone di colore, creando toni più chiari e luminosi.

TEXTURE COLORATA

Con tratti brevi e spessi di tono chiaro su un colore più scuro si possono creare belle texture e collegare zone diverse.

Con il carboncino si ottengono toni forti e scuri: traccia larghe linee nere e spandile con il polpastrello.

DETTAGLI

I pastelli in forma di matita si utilizzano per delineare particolari precisi nel disegno.

Prima di iniziare un disegno, è bene disporre i pastelli su un pezzo di stoffa morbida, o su cartone ondulato, allineandoli secondo il colore e le tonalità. Questo consente di non interrompere il lavoro per cercare il pastello di cui si ha bisogno in un dato momento.
Esercitandoti a usare segni, colori, carte diverse noterai subito che con i pastelli si possono tracciare linee spesse o sottili e texture molto diverse tra loro. Per esempio, la punta spezzata di un pastello, sfregata di spigolo sulla carta, traccia una linea sottile; appoggiando la stessa punta piatta sulla carta, si ottiene un tratto di colore piatto e uniforme.
Una pressione più decisa fa penetrare una maggiore quantità di colore nella granitura della carta; una pressione leggera lascia maggiormente scoperto il fondo del foglio. I pastelli applicati su carta vellutata, come la bambagina, creano morbide macchie di colore.
Su tela sottile il colore risulta uniforme mentre su carta vetrata o carta ingres il pastello lascia abbondantemente scoperta la granitura del fondo.
Si possono ottenere delicati contrasti raccogliendo su un pennello rigido o su uno straccio un po’ di pastello macinato, per poi applicarlo sul disegno.
Un tratteggio sottile o incrociato, oppure l’alternanza di segni in colori e toni diversi, producono chiaroscuri di grande effetto. I segni ampi e regolari sono i più adatti per lavori dal vero all’aria aperta.

ATTENZIONE: I PASTELLI NON DEVONO ESSERE SFREGATI TROPPO PERCHÉ QUESTO POTREBBE RENDERE LISCIA LA SUPERFICIE DELLA CARTA, ROVINARE LA TEXTURE DEL FOGLIO E IMBRATTARE I COLORI

Anche lavorando con la gomma pane bisogna dare tocchi leggeri.
Un buon metodo per applicare il colore polverizzato è quello di usare un dito; lo stesso metodo serve per fondere o sfumare segni di colore diverso.
Si disegna sempre con la carta in posizione obliqua in modo che la polvere di pastello scivoli via dal foglio; per liberarsi dalla polvere in eccesso si soffia di frequente sulla, superficie.
Si possono mescolare i colori in diversi modi: sfregandoli uno sull’altro come avviene nel tratteggio o nel tratteggio incrociato, anche se in questo caso non si sfumano; eseguendo un tratteggio con angolatura diversa; con la tecnica dei puntini di diversi colori; sfumando leggermente con il dito o uno sfumino.
È pratica usuale iniziare il disegno eseguendo i contorni a carboncino, organizzando mentalmente colori e segni.

RICORDA: IL PASTELLO È DIFFICILE E SPESSO IMPOSSIBILE DA CORREGGERE

A volte si possono ridefinire le linee sul disegno terminato usando di nuovo il carboncino, anche se è da evitare: si deve disegnare in modo preciso, con tratti netti, altrimenti la composizione apparirà incerta e macchiata. Un pastello ben appuntito come lo Stabilo CarbOthello può essere utile per rifinire con precisione i particolari.
Degas trovò il modo di costruire una sorta di impasto a pastello isolando con il fissativo ogni strato di colore appena applicato e stendendovene sopra un altro non appena il fissaggio era asciutto. L’ultimo strato veniva spesso lasciato senza fissativo. Nei suoi dipinti più tardi si serviva di segni ampi e decisi per ottenere zone di ombra e di luce a struttura irregolare. Prova di balletto (1877), Tre danzatrici che fanno toilette (1899) e Danzatrici (1899) rivelano la sua padronanza nell’ottenere effetti di luce insoliti.
Georges Seurat (1859-91) utilizzò i pastelli per dipingere secondo la tecnica del puntinismo. Nella sua gouache Café-concert si servì di pastelli neri per ottenere effetti di densità e ombra.
Pierre Auguste Renoir (1841-1919) disegnò con pastelli grassi rossi e neri e più tardi con sanguigna, rischiarando con lumeggiature bianche e accentuando determinati effetti con tocchi neri. Nei suoi pastelli Ragazza con rosa e Lavandaia con bambino sono ben evidenti la qualità delle variazioni tonali, e la leggerezza di linee e tratteggi che creano la lievità delle figure.
Paul Cézanne (1839-1906) faceva disegni che parevano realizzati di getto, come per esempio il pastello nero Pomeriggio a Napoli. Le sue composizioni sono sempre molto particolari, tengono in gran conto la prospettiva, i contorni e l’andamento delle linee.
Paul Gauguin (1848-1903) era altrettanto immediato sia con i pastelli che con gli oli. Nel disegno a carboncino e pastello Due donne della Martinica e nel disegno a pastello Ragazza, le figure hanno lo sguardo sereno di quelle dei suoi dipinti piatti ed essenziali, anche se la libera sovrapposizione e l’accurata texture del colore rivelano un aspetto nuovo e interessante del suo talento.

ALCUNI LAVORI CHE PUOI COPIARE


Inizia con qualcosa di semplice come un fiore. Delinea i contorni principali e, ricordando le tecniche possibili, inizia a copiare chiari e scuri. Il risultato finale sarà simile a questo esempio semplice.

Comprese le possibili tecniche, da un singolo soggetto puoi passare a una natura morta. Prendi alcuni oggetti quotidiani e crea una piccola composizione come questa. Nota in che modo magistrale sono state usate le tonalità di colore, in particolare l’uso dei blu e dei rosa: i riflessi sulla bottiglia scura sono molto riusciti.


Puoi cimentarti anche in un paesaggio visto che i pastelli si prestano bene alla pittura all’aria aperta. Nota come è stato reso bene il riflesso dell’acqua: sfumature fatte in modo preciso e schiariture rendono il risultato finale superbo.

La cosa bella dei pastelli è che con pochi tratti e senza particolare precisione puoi riprodurre ampi paesaggi. Guarda ad esempio le persone sedute: sono appena delineate eppure, nell’insieme, rendono perfettamente.

PULIRE E CONSERVARE

Occorre molta attenzione per salvaguardare un disegno a pastello, se si desidera conservarlo a lungo. Per prima cosa bisogna utilizzare soltanto carta e pastelli di ottima qualità, poi la protezione migliore consiste nel porre il dipinto sotto vetro, evitando il contatto diretto tra il colore e il vetro. L’opera dovrebbe venire incollata alla montatura solo lungo il lato superiore, e quindi sigillata ermeticamente per difenderla dalla polvere e da altri agenti nocivi. Se il dipinto non deve essere incorniciato, lo si ripone insieme ad altri pastelli, interponendo tra l’uno e l’altro un foglio di carta velina, cellophane o carta che non assorba il grasso, e pressando il tutto in modo uniforme con un peso. Col tempo il pastello si fissa più profondamente nella grana della carta.

FISSATIVI

Per quanto esistano in commercio prodotti affidabili, l’uso del fissativo presenta un certo numero di inconvenienti. Primo tra questi è la perdita di brillantezza dei colori: alcuni possono addirittura scurire; il bianco tende a scomparire, a meno che non sia formato da un’alta percentuale di bianco di titanio, inoltre il pastello può diventare pesante e colloso in quanto il fissativo tende a impastare le particelle di colore e a farlo assomigliare alla tempera. Alcuni prodotti a base di gommalacca o mastice possono provocare delle macchie.
Il fissativo più affidabile è quello che evapora rapidamente; si può facilmente preparare in studio una soluzione al 2% di vernice Damar in benzina e spruzzarla con un diffusore a bocca o uno spruzzatore per profumi. Attenzione: fai sempre una prova su un campione e accertati degli effetti prima di procedere sul lavoro finito!
Un disegno a pastello può essere fissato dopo ogni singolo strato di colore, lasciando però scoperto l’ultimo (secondo la tecnica adottata da Degas); oppure si può fissare soltanto il disegno iniziale o ancora solo lo strato finale. In tutti questi casi, bisogna spruzzare stando di fronte al dipinto e mantenendo il flacone a distanza costante dalla superficie. Si inizia spruzzando in aria, poi si dirige lo spruzzo sul quadro e si termina nello stesso modo.
Si possono fissare i pastelli anche dal retro, incollandovi un foglio di cartoncino: così la colla, penetrando nella carta, fisserà il pigmento.

© 2018 Lorena Laurenti. All rights reserved. È possibile fare una citazione dell’articolo includendo il link originale alla pagina e dandone comunicazione all’indirizzo info@disegnamo.it

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