Strumenti e supporti

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LA CARTA

Sicuramente ti troverai in difficoltà con la scelta della carta poiché esiste una grandissima varietà di tipi. La carta si può acquistare in blocchi di varie misure o fogli singoli. Se sei alle prime armi sarebbe una bella idea quella di comperare pochi fogli di carta, ognuno di tipo diverso, in modo da fare diverse prove e scegliere alla fine i fogli che più ti piacciono.
Quando acquisti un foglio di carta o un blocco le cose più importanti da decidere sono due. La prima scelta è la finitura: ruvida o liscia. La carta ruvida è indicata per carboncino, pastelli, crete, acquerelli e quei colori che si arricchiscono di particolari grazie alla trama in risalto. Quella liscia, invece, permette una maggiore precisione nei dettagli del disegno, specialmente con inchiostri e matite.
Esiste anche un terzo tipo di finitura standard, ovvero la carta semiruvida, una via di mezzo tra le due.
Salendo di prezzo, nei negozi di belle arti avrai l’imbarazzo della scelta per quanto riguarda finiture e trame, soprattutto per la carta dedicata all’acquerello.
La seconda scelta vitale per ogni artista è lo spessore del foglio. Gli spessori della carta si distinguono per il peso effettivo del foglio, per questo chiamato grammatura. Una carta spessa e di buona qualità è sempre consigliabile, sia che si disegni a matita sia con colori che richiedono molta acqua. Questa carta ti garantirà resistenza in caso di più cancellature e non si “imbarcherà” a contatto con il liquido. Tra i produttori esistenti in commercio sicuramente la più nota è la carta Fabriano che offre una vasta scelta di fogli singoli o in blocco di dimensioni e grandezze diverse, e in un rapporto qualità/prezzo conveniente. Una buona grammatura per iniziare a disegnare e dipingere è di 220 g. La dimensione del foglio dipende dal disegno da riprodurre, per le prime prove ti consiglio i blocchi in formato 33×48 cm e i fogli 50×70 cm.
Nei negozi di belle arti potrai trovare una tipologia di carta per ogni tipo di pittura; l’unico lato negativo di queste pregiatissime superfici è il prezzo spesso elevato, per questo ti consiglio di fare prima un po’ di esperienza con una carta meno elaborata ma funzionale. Il costo della carta di media qualità si aggira attorno 1 € per un foglio 50×70 cm e 8 € per un blocco di 20 fogli 33×48 cm.

Trovi i blocchi di carta Fabriano qui:

Carta per acquerello

La carta indicata per la pittura ad acquarello è “grumosa” e porosa. La migliore resa cromatica si ottiene con le carte di pregiata qualità in puro cotone, fabbricate a mano, tuttavia, dato l’elevato costo, il loro utilizzo è consigliabile solo quando si saranno raggiunti buoni livelli di preparazione. È bene scegliere un fondo bianco, o perlomeno molto chiaro, perché, essendo il materiale cromatico trasparente, la tinta del fondo si combinerà con i colori. Una maggiore ruvidità della carta rende possibili effetti particolari, efficaci nella rappresentazione di oggetti rugosi, come, per esempio, il tronco di un albero, mentre una carta a grana fine si adatta meglio a disegni particolareggiati.
I blocchi di carta per acquarello, i cui fogli sono incollati su tre bordi, sono molto pratici perché la superficie su cui si dipinge rimane ben tesa, anche se si abbonda con l’acqua. Attenzione però a quando staccherai il foglio dal blocco: poiché la composizione della carta è stratificata, rischi che si slabbri sul bordo se l’opera non è ben asciutta.

Ecco un blocco perfetto per le prime prove:

Piano o verticale?

La figura dell’artista che tutti abbiamo in mente è quella della persona che dipinge o disegna tenendo la tela o il blocco verticale, di solito appoggiato su un cavalletto; in realtà è bene mantenere questa posizione solo in determinati casi.
Il supporto dovrà essere verticale o inclinato quando si usano i pastelli oppure il carboncino, in modo che la polvere, che inevitabilmente si forma lavorando, scivoli a terra senza sporcare il disegno. Quando invece si stanno usando colori molto liquidi, il foglio dovrà essere mantenuto in posizione piana, possibilmente fissato su un supporto rigido per evitare che l’acqua lo deformi.

Il blocco per schizzi

Il disegnatore professionista ha sempre con sé un blocco o un taccuino da disegno, in questo modo può fare degli schizzi alle cose che lo colpiscono. Il formato della carta deve essere ridotto, va più che bene un A4 (21×29,7 cm), e la grammatura dei fogli non è piuttosto leggera. In commercio vi sono molti blocchi studiati per questo utilizzo, ad esempio la linea “Schizza e strappa” di Favini che offre blocchi di tutte le dimensioni di carta bianca (senza righe o quadretti) a un costo relativamente basso.

Lo trovi qui:

CONSIGLI

La carta dovrà essere in perfetto stato, senza pieghe o rughe: ti ricordo che le tracce di grasso lasciate dalle dita, per quanto impercettibili, impediscono al colore di fare presa. È importante quindi mantenere una postazione di lavoro pulita e lavarsi le mani prima di toccare gli strumenti.


LA TAVOLOZZA

La comune tavolozza è un piano di cui l’artista si serve per mescolare i colori; può essere di legno, di porcellana o di plastica, di forma ovale o rettangolare. La tavolozza di legno ha il vantaggio di essere leggermente assorbente, cosicché il colore non scivoli né sgoccioli.
Per impugnarla si inserisce il pollice della mano libera, nel foro previsto sulla parte superiore della tavolozza, e si appoggia il piano sul palmo della mano. Sui bordi della tavolozza di solito si dispongono i colori dei quali si presume di aver bisogno nella seduta, mentre per la mescolanza si usa il centro, che quindi, alla fine del lavoro, appare incrostato di colori mescolati. È bene abituarsi a pulire la tavolozza alla fine di ogni lavoro, così che i resti di colore non vadano a mescolarsi con quelli che si useranno la volta seguente. Per punirla basta usare dell’acqua semplice se hai usato colori all’acqua; acqua ragia o trementina in caso di colori a olio. Se il pigmento si è seccato sopra la tavolozza, dovrai raschiarlo come una spatola.

Parlando in gergo pittorico, per tavolozza si intende tanto il piano di legno su cui vengono distribuiti i colori, quanto l’insieme dei colori stessi distribuiti sulla sua superficie. Si distingue l’abilità dell’artista da come dispone le varie materie cromatiche, determinato dall’applicazione della teoria del colore e mediato dal suo gusto personale.
Se hai appena acquistato una tavolozza di legno sarà probabile che assorba troppo il colore, per risolvere il problema puoi levigarla con della carta vetrata e poi strofinarla con olio di lino, così i colori penetreranno meno.
Le tavolozze di plastica sono sicuramente le più pratiche, si puliscono sempre perfettamente, non assorbono il colore e si trovano in tutti i formati, addirittura con i vani porta colore incavati.
Se non hai voglia di spendere soldi per una tavolozza puoi comodamente utilizzare dei recipienti improvvisati, piatti, tazzine e bicchieri vecchi, vaschette di qualunque tipo, cartoncino plastificato o anche stoviglie usa e getta. Puoi perfino riciclare barattoli di yogurt o altri cibi, ovviamente prima dovrai lavarli bene.
Se lavori a un dipinto che richiede più giorni, avrai la necessità di riutilizzare gli stessi colori, ma non sempre potrai ottenere una mescolanza identica, e i tentativi richiederebbero molto tempo; la soluzione migliore è preparare del colore in quantità e conservarlo in un vasetto ben tappato. Ti assicuro che se sceglierai di frequentare una scuola d’arte ti capiterà spesso di dover conservare del colore per una settimana o più. Nel caso tu non abbia un vasetto con il tappo a portata di mano, non disperare, puoi fabbricarti un tappo momentaneo: chiudi il vasetto o contenitore con una serie di stracci umidi ben uniti da elastico o nastro adesivo. In questa maniera riuscirai a conservare il colore anche per due settimane senza affliggerti nel tentativo di ottenere la stessa tonalità!

Ecco una tavolozza base, di plastica, della Fila che andrà benissimo per il primo periodo:


CONTENITORI PER L’ACQUA E STRACCI

Indispensabili tanto quanto la tavolozza sono stracci e vasche lava pennelli.
Il contenitore per l’acqua deve sempre essere presente sul tavolo del pittore, anzi, di solito ce ne sono almeno due, uno per sciacquare i pennelli sporchi (l’acqua di questo andrà cambiata molto spesso) e uno per utilizzare l’acqua pulita nelle mescolanze di colore.
Il contenitore, similmente alla tavolozza improvvisata, può essere un vecchio vaso, una bottiglia di plastica tagliata a metà, o qualunque altro oggetto che permetta di contenere una buona quantità d’acqua. Attento ai bicchieri di plastica che, contenendo poca acqua e di conseguenza essendo molto leggeri, sono facili da far cadere, magari proprio sul lavoro ultimato. Anche in questo caso in commercio esistono diversi prodotti. Uno tra i più conosciuti è il cosiddetto lavapenneli (vedi foto). Questo oggetto è specifico per gli artisti e lo puoi trovare solo nei negozi specializzati. Si tratta di un contenitore, solitamente di alluminio, munito di una molla per inserire i pennelli che, in questo modo, rimangono sospesi e non toccano il fondo. Può sembrare un oggetto superfluo ma in realtà è molto utile, difatti spesso ci si dimentica qualche pennello nel vaso dell’acqua, il quale purtroppo, se lasciato lì per troppo tempo, si inclina irrimediabilmente. Una volta rovinate le setole, il pennello è quasi inutilizzabile, soprattutto se è di dimensione piccola.
Anche gli stracci come i contenitori per l’acqua sono indispensabili, difatti servono per asciugare i pennelli, per pulirli dal colore in eccesso o semplicemente per asciugare i vari strumenti dopo averli lavati.
Lo straccio ideale per l’artista è di cotone, il colore non importa. Se utilizzi altri tessuti come lana o acrilici, l’acqua non viene assorbita. Puoi, anzi, devi, riciclare vecchi strofinacci o indumenti inutilizzati, ricordando che lo straccio va sostituito quando è troppo sporco.
In mancanza dello straccio puoi utilizzare anche tovaglioli di carta, ma non è consigliabile, difatti ne useresti una quantità enorme e il tutto diventerebbe assolutamente non ecologico.

Trovi un contenitore lavapennelli di metallo qui:


CAVALLETTO

Indispensabile per la pittura in studio, il cavalletto è molto comodo, estremamente pratico e permette di realizzare quadri di ogni dimensione.
È bene che ti procuri fin dall’inizio il tipo dotato di un meccanismo che permetta di abbassare e sollevare il sostegno inferiore del supporto, in modo da poterlo avere centrato rispetto all’altezza dello sguardo.
Consiglio inoltre di verificare che ci sia la possibilità di inclinare leggermente in avanti la tela, in modo da poter eliminare, se necessario, ogni bagliore sul dipinto derivante dal riflesso delle luci. A seguire i modelli principali che troverai in commercio.

Cavalletto da studio grandi con manovella

Sono cavalletti di ottima qualità, robusti e affidabili, facili da maneggiare e montare. Grazie all’asse centrale prolungato, possono sostenere tele di oltre 200 cm, in più hanno un piano di lavoro regolabile. La manovella serve a impostare l’altezza del supporto. Sono provvisti di un sistema di sicurezza che impedisce gli spostamenti o il ribaltamento, e di viti di arresto sulle rotelle. Di solito dispongono di un vano porta oggetti e di cassetti laterali. Si trovano modelli made in Italy in legno massello, come quello della M.A.B.E.F., azienda italiana leader del settore, visibile nelle foto.

Lo trovi qui:

Cavalletto ribaltabile

Sono cavalletti che si possono usare sia in verticale sia in piano. Praticamente si possono convertire in tavolo tramite la regolazione dell’inclinazione in qualsiasi posizione tra l’orizzontale e la verticale. Questa caratteristica li rende adatti a quasi tutti i tipi di pittura, dall’acquarello all’olio. Restano comunque degli ottimi cavalletti, stabili e regolabili in altezza, in più il loro prezzo è decisamente più economico dei cavalletti a manovella.

Lo trovi qui:

Cavalletto da studio semplice

Sono meno elaborati degli altri, ma comunque solidi e affidabili. Possiedono una base leggermente inclinabile e si possono alzare e abbassare verticalmente. Hanno inoltre un sistema di sicurezza anti-ribaltamento e, una volta finito di usarli, sono richiudibili. Si trovano in tre dimensioni e possono avere anche una cassetta porta oggetti. I prezzi indicativamente partono dai 120 € per un modello di qualità media.

Lo trovi qui:

Cavalletti da tavolo

Come dice il nome, sono appunto dei piccoli cavalletti utilizzabili su un piano per tele di dimensione ridotta. Ne esistono tanti modelli ma, di base, sono tutti regolabili in inclinazione ed elevazione e hanno piedini antiscivolo. Mediamente la dimensione massima della tela supportata è di 60 cm in altezza. Come per i modelli più grandi, anche per i cavalletti da tavolo ci sono le versioni ribaltabili.

Trovi un bel modello qui:

Cavalletti da campagna

Se sei un artista che ama dipingere all’aria aperta, questo è il cavalletto che fa per te. Questi cavalletti possono essere in legno o alluminio e come caratteristiche principali hanno la praticità e la leggerezza. Nella foto vedi il modello di Gerstaecker “I Love Art”, pesa solo 1,5 kg ed è del tutto richiudibile, in modo da poterlo mettere in uno zaino. In più è ribaltabile e si può usare anche in orizzontale. Prezzo decisamente accessibile, circa 20 €.

Trovi un altro modello, sempre della M.A.B.E.F. qui:


Cassetta da pittore

La cassetta da pittore è solitamente di legno, di diverse dimensioni e munita di maniglia per essere facilmente trasportabile.
Contiene una tavolozza, dove si versano e mescolano i colori, fissabile alla cassetta stessa tramite un sistema che permette di trasportarla anche quando rimangono sulla sua superficie tracce di colore fresco. Ci sono inoltre scomparti per i pennelli, le scatole, gli stracci, i solventi e i tubetti di colore. Nella foto puoi vedere un esempio di cassetta classica della Gerstaecker, partono dai 28 € circa.
Esistono anche cassette “trasformabili” che, all’occorrenza, diventano cavalletti. Molto scenografiche ma dal peso importante (circa 5 kg vuote) e dal costo piuttosto elevato se confrontate all’acquisto di un cavalletto da campagna più una cassetta semplice.

Trovi un bel modello dell’Artina che funge sia da valigetta sia da mini cavalletto qui:


TELA, CARTONE O LEGNO

La superficie su cui solitamente si dipinge a olio è la tela o il cartone telato, a differenza della tempera, la quale, presentando tra le sue caratteristiche la possibilità di essere combinata con diversi tipi di legante, si usa indifferentemente su carta (meglio se ruvida), cartone, tela o legno. Quando si parla di tela, si intende qualsiasi tipo di tessuto teso e fissato a un telaio di legno. Solitamente le tele sono di lino greggio, cotone o canapa, oppure di prodotti acrilici come il poliestere o il rayon, poco consigliati però per la pittura a olio.
Il telaio è fornito di quattro cunei che servono a tendere la tela per evitare che si formino pieghe antiestetiche. La superficie della tela può essere più o meno grossolana, a seconda che si voglia dipingere molto “pastosamente”, in stile impressionista, oppure in modo più morbido e uniforme. Dato che la superficie della tela non è uniforme, è consigliabile ricoprire il dipinto con una base prima di iniziare ad applicare il colore. In commercio esistono anche tele già preparate per l’uso, altrimenti potrebbe essere sufficiente dare una o due passate di colore bianco sulla base prima di iniziare a dipingere.

Viene chiamato cartone telato un cartone multistrato spesso 4 mm circa a cui è stata applicata una tela di cotone o di cotone misto a poliestere.

Oltre che su tela si può dipingere su tavole di legno, su cartone o su fogli di masonite. Nel caso si dipinga direttamente sul legno bisogna ricordarsi di preparare la base con dello stucco per levigarla.


I PENNELLI

Sono il mezzo fondamentale di cui il pittore si serve per realizzare la sua opera. Esiste una vasta gamma di modelli per ogni esigenza che vengono classificati per numeri.
Vanno dal numero 000, il più fino, fino ad arrivare ai numeri 20 o 30, la numerazione e la quantità di numeri dipendono dalla marca del pennello e dal tipo di setola. Ad esempio non è detto che il pennello numero 5 abbia lo stesso spessore a prescindere dalla marca, può essere più o meno grosso.
I pennelli possono essere formati da pelo sintetico, da fibre naturali o da pelo animale.
I pennelli sintetici di solito sono realizzati con fibre di poliestere, estremamente variabili come qualità, da quelli a fibre grosse pensati per i bambini a quelli a fibre sottili per artisti affermati. Negli ultimi anni le aziende del settore sono riuscite a creare pennelli sintetici che nulla hanno da invidiare al pelo animale.
Un buon pennello sintetico si può usare con qualsiasi tecnica data la sua elasticità e flessibilità. Tiene perfettamente la forma anche dopo tante ore di utilizzo e ha una grande precisione.
Il pennello animale può essere formato da peli di martora, di bue o setole di maiale. Questi sono i più comuni in commercio, tuttavia si possono trovare ancora pennelli di puzzola, tasso, pony, capra e vajo (o vaio): il vajo Kasan è uno scoiattolo di origine russa, dalla regione del Kasan; è il più sottile fra i peli naturali utilizzati per la fabbricazione di pennelli. È caratterizzato da una grande capillarità e una eccezionale morbidezza.
Come scritto sopra, seppur fino a pochi anni fa i pennelli di origine animale fossero i migliori, oggi, grazie al progresso, possiamo avere pennelli sintetici di ottima fattura.
I pennelli di bue sono di qualità media, economici, resistenti ma anche abbastanza flessibili. Sono adatti a qualunque pittura e sono facili da pulire.
I pennelli di setola di maiale o setola naturale sono a “pelo duro”, ovvero hanno una consistenza che lascia la traccia durante la pennellata. Tuttavia dispongono di un’elasticità straordinaria e di un’ottima capacità di assorbenza del colore.
I pennelli di martora sono ancora oggi considerati i più pregiati, precisissimi e molto morbidi. Hanno un’ottima capacità di assorbimento del colore senza mutare la loro forma. L’unico lato negativo è il prezzo elevato.

Le forme dei pennelli

Le principali forme dei pennelli sono: piatto, tondo e a lingua di gatto.
I pennelli piatti si utilizzano soprattutto per coprire in modo preciso aree di colore senza ottenere effetti particolari, questi possono essere più o meno rigidi a seconda della tipologia di pelo. I pennelli tondi si usano per ottenere un’enorme varietà di segni e di norma sono molto morbidi. I pennelli a lingua di gatto, infine, sono formati da pelo morbido un po’ più corto rispetto agli altri tipi, solitamente la punta è una via di mezzo tra i pennelli tondi e piatti.
Ci sono però un’infinità di varianti e di altri tipi che si usano per tecniche particolari, come vedi nell’immagine. Abbiamo i pennelli per filettare, particolarmente usati per la calligrafia o per i contorni, i pennelli per i ritocchi, molto corti e precisi, i pennelli obliqui, per facilitare certe operazioni, addirittura i “pennelli a serbatoio”, con l’attaccatura più grossa e la punta molto fine. Ci sono poi i pennelli per tecniche particolari, ad esempio a ventaglio, a tampone, a spada o il bombasino, usato per le dorature.
La lunghezza del manico è molto variabile e dipende sia dalla marca sia dall’utilizzo.
Per cominciare a dipingere è necessario avere almeno 3 o 4 pennelli: ad esempio potresti scegliere i numeri 2, 6, 10 e 20, i primi due rotondi e gli altri piatti. È importante anche sperimentare le diverse tipologie di pelo in modo da decidere quale usare in futuro. Ti consiglio di non risparmiare sui pennelli perché un buon pennello può determinare in modo rilevante la riuscita del lavoro.
Per le prime prove potresti provare dei buoni sintetici o i pennelli di bue.

Come curarli

Avere cura dei pennelli è importantissimo: un pennello trattato male si butta via dopo averlo usato poche volte e, visto il costo elevato di questi strumenti, è bene trattarli nel miglior modo possibile.
Se utilizzi colori ad acqua (ad esempio tempera, acquarello e acrilico), pulire i pennelli sarà abbastanza semplice, basterà usare dell’acqua corrente per togliere tutti i residui di colore. È estremamente importante non lasciare incrostare il pennello: quando hai finito di usarlo, se non puoi lavarlo subito, mettilo in ammollo nel contenitore per l’acqua, facendo attenzione a non far piegare la punta, così il pelo rimarrà morbido in attesa del lavaggio. Di tanto in tanto puoi lavarli con acqua e sapone, sciacquando bene e, finito il lavaggio, non dimenticare di dare alla punta la forma originale con le mani. Conserva il cappuccio trasparente con cui compri il pennello e inseriscilo prima riporlo, in modo che la punta non si rovini accidentalmente. Se conservi i pennelli a casa, ti consiglio di tenerli in un contenitore con la punta verso l’alto. Se devi portarli via, procurati un contenitore rigido nel quale possano stare in tutta la loro lunghezza. Suggerimento: l’anima di cartone della pellicola da cucina andrà benissimo, basta creare una base con il cartoncino.
Se utilizzi i colori a olio la pulizia diventa più complessa, difatti dovrai lavarli nell’acqua ragia o nella trementina, togliendo tutte le tracce di colore, e dopo con acqua e sapone.
Se usi i pennelli da tanto tempo, le setole potrebbero essere diventate secche, puoi ovviare il problema immergendoli in olio di lino per una mezz’ora, poi lavali accuratamente con acqua e sapone e conservali come indicato prima.

Ecco un set base di pennelli sintetici della Winsor & Newton che può andare bene per iniziare:


SPATOLE

La spatola è il nuovo pennello. Ne trovi in commercio di tantissimi tipi e forme, alcune lunghe appena 3 cm, altri abbastanza grandi per mescolare il colore in un vaso. Nella pittura a olio la spatola cambia forma a seconda di come la si utilizza. Serve a impastare il colore con il legante o i colori tra loro. Ne esiste un tipo che si usa soltanto per raschiare e pulire la tavolozza dai resti di colore, oppure dalla tela quando non è ancora seccata. In quest’ultima operazione fai attenzione: una pressione troppo forte sulla spatola rischia di rovinare la tela, può perfino lacerarla. Le spatole che servono a ripulire la tavolozza hanno la punta arrotondata e rigida perché vanno utilizzate esercitando una certa pressione; quelle che si usano per dipingere hanno una forma simile alla cazzuola del muratore e sono caratterizzate dal fatto di essere assai flebili.
Esistono poi spatole seghettate, a ventaglio con i rebbi di più forme, a forchetta o con la punta tondeggiante.
Le spatole si usano molto nella pittura definita “new age”, dove la “matericità” è la caratteristica fondamentale dell’opera. In questa corrente che si sta manifestando negli ultimi anni il pittore non è un artista formato, non ha studi né basi, ma ama manipolare il colore aggiungendo altri materiali e usando diversi strumenti, come le spatole.

Quindi, quali acquistare? Il mio consiglio è di comprarle solo nel momento in cui ne avrai reale necessità e, prima, di impratichirti con i pennelli.

Sei comunque curioso e vuoi provare qualche effetto? Sperimenta con le spatole della RGM:

© 2018 Lorena Laurenti. All rights reserved. È possibile fare una citazione dell’articolo includendo il link originale alla pagina e dandone comunicazione all’indirizzo info@disegnamo.it

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