{"id":597,"date":"2018-11-27T14:36:14","date_gmt":"2018-11-27T14:36:14","guid":{"rendered":"http:\/\/www.disegnamo.com\/?p=597"},"modified":"2018-11-27T14:36:14","modified_gmt":"2018-11-27T14:36:14","slug":"arte-mesopotamica","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.disegnamo.com\/arte-mesopotamica\/","title":{"rendered":"Arte Mesopotamica"},"content":{"rendered":"

La nostra civilt\u00e0 trova le sue origini nell\u2019occidente asiatico: la presenza dei fiumi che facilitano l\u2019agricoltura e i commerci e le coste ricche di porti naturali hanno determinato una sorprendente fioritura di civilt\u00e0 proprio nella fetta di terra che, situata tra due fiumi, il Tigri e l\u2019Eufrate, viene chiamata Mesopotamia. In Mesopotamia non si svilupp\u00f2 una civilt\u00e0 unitaria: nel 3000 a.C. fu infatti occupata dai Sumeri, assoggettati nel 2500 a.C. dagli Accadi, spodestati a loro volta dai Babilonesi intorno al 2000 a.C. I Babilonesi, organizzati dapprima in citt\u00e0-stato autonome, verso il 1700 a.C. determinano la nascita del I impero. Babilonia ne diviene capitale e Hammurabi, il re, emana le prime leggi scritte, valide per tutta la Mesopotamia. I Babilonesi, sopraffatti dagli Assiri, che trasferiscono la capitale a Ninive, riescono in seguito a riconquistare il potere. Con il re Nabucodonosor, raggiungono il massimo splendore (II impero). Nel 538 a.C. i Persiani, guidati da Ciro il Grande, penetrano nei territori babilonesi e se ne impossessano. L\u2019impero persiano, arricchito anche dalla conquista dell\u2019Egitto (Cambise, 525 a.C.) viene consolidato e riorganizzato da Dario I, ma nel 330 a.C. la conquista da parte di Alessandro Magno ne determina la fine.<\/p>\n

Arte: conoscenza di base<\/strong><\/p>\n

Di queste civilt\u00e0 ci sono pervenute testimonianze scritte e resti di costruzioni (soprattutto templi e tombe). L\u2019imponenza di questi resti contrasta con la scarsit\u00e0 di tracce relative alle abitazioni comuni: realizzati con materiali assai fragili, quali l\u2019argilla cruda e il legno, esse sono state cancellate dal tempo. Per la scarsit\u00e0 della pietra, anche le testimonianze della scultura si riferiscono quasi essenzialmente ai rilievi destinati alle opere di maggiore importanza. Pressoch\u00e9 nulle sono le testimonianze giunte sino a noi della pittura. L\u2019arte della Mesopotamia, che si sviluppa in un arco di circa 3000 anni, \u00e8 caratterizzata da una particolare fissit\u00e0 e immutabilit\u00e0, sia nelle rappresentazioni, sia nei tipi di costruzioni realizzati. Essa \u00e8 esclusivamente al servizio del re e della religione, per cui non riflette i gusti e la vita della popolazione, ma soltanto i desideri del sovrano che nelle rappresentazioni vuole sottolineare ed affermare il proprio potere, immutabile nel tempo. L\u2019artista non pu\u00f2 certo avere alcun rilievo personale: nel codice di Hammurabi \u00e8 citato insieme al fabbro e al calzolaio, \u00e8 un semplice ed anonimo artigiano che esegue ci\u00f2 che il re desidera sia fatto.<\/p>\n

Architettura<\/strong><\/p>\n

Le testimonianze lasciate dagli Assiri, dai Babilonesi e dai Persiani rivelano come alcuni tipi di costruzioni vengano edificati sempre in corrispondenza di determinate condizioni politiche. In ogni epoca, quando il potere \u00e8 affidato ad un gruppo ristretto, appartenente alla stessa classe sociale, nascono sempre grandiosi palazzi reali, monumentali tombe, imponenti templi.<\/span> \u00c8 sorprendente inoltre rilevare come certe forme espressive o certe costruzioni vengano realizzate, assai simili fra loro, in tempi diversi e in localit\u00e0 molto lontane fra loro: i templi dei Maja e degli Aztechi ricalcano la forma della ziggurat dei popoli della Mesopotamia. Anche alcune rappresentazioni simboliche presenti, ad esempio, nei capitelli delle colonne del palazzo reale di Persepoli \u2013 il toro, l\u2019aquila, il leone, l\u2019uomo \u2013 si ritrovano nella simbologia cristiana per identificare i quattro Evangelisti. In Mesopotamia c\u2019era poca pietra, con l\u2019eccezione di qualche localit\u00e0 dell\u2019Assiria. Si costruiva con mattoni di argilla, seccati al sole, poco costosi perch\u00e9 fabbricati dagli schiavi. L\u2019argilla stessa serviva da legante. Le fondamenta erano di sassi e ai muri veniva dato un intonaco di fango e calce. Non c\u2019erano differenze sostanziali fra la pianta del tempio e quella del palazzo regio: uno o pi\u00f9 cortili attorniati da stanze. Le mura erano di regola senza finestre, rotte magari da nicchie ornamentali e da torrette. La grande porta d\u2019ingresso poteva essere fiancheggiata da leoni o tori alati, con testa umana. In genere gli edifici erano a un piano, sormontati da tetti a terrazza con finestrelle per l\u2019illuminazione. La scarsit\u00e0 di pietra spiega anche l\u2019assenza di colonne portanti, tranne nell\u2019Assiria. Le pareti interne dei palazzi dei monarchi erano impreziosite da rivestimenti di alabastro, da bassorilievi e pitture celebrative. Alcune di queste costruzioni avevano dimensioni impressionanti, come la reggia di Mari, dell\u2019inizio del II millennio, con 260 fra stanze e cortili. Non tutti i templi mesopotamici poggiavano direttamente sul terreno: la maggior parte poggiava su una piattaforma che assunse forme sempre pi\u00f9 elaborate. Al termine di questo processo troviamo la ziggurat: una serie di terrazze degradanti, che si allargano via via verso il basso, collegate da scale dirette alla sommit\u00e0, dove si trovava il tempio vero e proprio, il sacrario (era una ziggurat la biblica e mitica torre di Babele).<\/span> \u00c8 probabile che il tutto rispecchiasse un\u2019intenzione di avvicinare il tempio alla divinit\u00e0, rendendoglielo pi\u00f9 accessibile.<\/span><\/p>\n

Scultura<\/strong><\/p>\n

\"\"<\/p>\n

Come l\u2019architettura, anche la scultura ha un carattere eminentemente simbolico. La rappresentazione mesopotamica del dio \u00e8 caratterizzata da piccole dimensioni e l\u2019unico elemento a cui l\u2019artista prestava attenzione era il viso: al resto della figura (in genere un tronco di cono da cui emergevano i piedi) e l\u2019abbigliamento badava poco. Gli stilemi erano ripetitivi (le pose, le espressioni, le parrucche che scendevano ai due lati della faccia a congiungersi con la barba, gli occhi fatti di conchiglie e le pupille di lapislazzuli). Qualche scatto di vivacit\u00e0, di evasione dalle convenzioni ovviamente si registra: ne \u00e8 esempio una statuetta in bronzo e oro di Hammurabi in preghiera, del II millennio.<\/p>\n

Pittura<\/strong><\/p>\n

Di maggiore interesse artistico sono i rilievi, che decoravano intere stanze dei palazzi reali, destinati anch\u2019essi a illustrare e celebrare le gesta dei sovrani. Scene di guerra e di caccia, all\u2019insegna di un realismo e di una cura del particolare che riscattano l\u2019astrattezza, la staticit\u00e0 e la monotonia della statuaria a tutto tondo. Un certo impaccio si nota sempre nelle figure umane; non in quelle animali, rese con grande efficacia. Questi rilievi su pietra raggiunsero un livello artistico notevole nei palazzi assiri. I rilievi su mattoni smaltati nella Babilonia dell\u2019ultima dinastia (II millennio a.C. circa) si segnalano pi\u00f9 per raffinatezza ed eleganza che per forza rappresentativa.<\/p>\n

\u00a9 2018 Lorena Laurenti. All rights reserved.\u00a0\u00c8 possibile fare una citazione dell\u2019articolo includendo il link originale alla pagina e dandone comunicazione all\u2019indirizzo\u00a0info@disegnamo.it<\/a><\/em><\/span><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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