Shoujo Manga

Shoujo Manga

Sono Cinzia, sono nata nel lontano 1975 e sono appassionata, nonché maniaca di shoujo manga. Oltre a disegnarli con risultati passibili di commenti negativi (sigh!), soprattutto li leggo e li studio forte della mia laurea in lettere e della mia seconda specializzazione in lingua e cultura del Giappone. Conosco infatti il giapponese quanto basta per leggere e tradurre uno shoujo e per impazzire quando un kanji nuovo si intromette tra me e il significato della frase che sto interpretando.
Su questo sito per addetti ai lavori parlerò essenzialmente di shoujo degli anni ‘70 e ‘80 e di come disegnarli senza ammazzarsi o sbattere la testa contro il muro.
Domanda che sorge spontanea: perché Shoujo e perché proprio degli anni ‘70 e ‘80? Non tutti sanno che se oggi si possono leggere capolavori come i manga di Chiho Saitou o di Fuyumi -Mars- Soryo è grazie a due meravigliosi gruppi di donne che a cavallo fra il 1970 e il 1980 riuscirono a stravolgere il mondo dei manga fino a quel momento appannaggio quasi esclusivamente maschile. Parlo del GRUPPO 24 e del GRUPPO HOKKAIDOU.

Un po’ di storia

Gli Shoujo Manga nascono nel 1962 grazie alla felicissima intuizione della casa editrice Kodansha, che nel 1914 aveva dato vita alla rivista maschile Shonen Club, che fonda la rivista per ragazze Shoujo Club. Fu subito un successo: oggi gli shoujo sono probabilmente una delle glorie nazionali del Giappone. [Curiosità: la parola Manga deriva dall’unione dei due Kanji MAN (satira) e GA (immagine) = immagine satirica.]
Le autrici del Gruppo 24 e di quello Hokkaidou si distinsero da subito per la loro originalità e per la creazione di tipi di immagini e personaggi universalmente riconosciuti come Shoujo. Lo sfondo delle storie era quasi sempre occidentale e romantico-storico, e non mancavano riflessioni di carattere sociale e psicologico. Ogni singola mangaka elaborava uno stile unico che la contraddistinse attraverso particolari e dettagli. La prima disegnatrice donna fu Hideko Mitsuno creatrice di Honey Honey (I fantastici viaggi di Fiorellino in Italia) Tocca però a Moto Hagio rivoluzionare il genere Shoujo con il suo CLAN DEI POE, storia di una famiglia attraverso più generazioni.
Va ricordata ovviamente anche tutta una serie di Sensei (maestre) delle quali ci occuperemo in questo spazio. Da Yumiko Igarshi (madre di Candy Candy e di Lady Georgie), Chieko Hara (divenuta famosa con Fostine e Kaze no sonata, in Italia pubblicati all’inizio degli anni ‘80 dal settimanale Candy Candy); Waki Yamato (eccellente madre di Haikarasan ga tooru, Mademoiselle Anne); Yumiko Ooshima; Youko Tadatsu (per colpa della quale molti pensano che gli shoujo parlino solo di amore e le protagoniste abbiano tutte i capelli biondi e gli occhi come fontane pronte ad aprirsi alle minime avversità!); Suzue Miuchi (chi non ricorda Glass no Kamen, Il grande sogno di Maya?); Akimi Yoshida; Mutsumi Tsukumo (la mia Mangaka preferita, autrice di Kaze to tomo ni sarinu, eccelsa versione manga di Via Col Vento); Toshie Kihara (bravissima disegnatrice di capolavori come Angelique e Yume no ishibumi); Kumi Morikawa (amante del nostro paese tanto da ambientare moltissimi manga durante il nostro Rinascimento, per esempio Hana No Santa Maria e Venezia Fujin); Keiko Takemiya; la mitica e mai superata Riyoko Ikeda (grazie alla quale gli shoujo hanno spopolato in Italia, non solo grazie a Versailles no bara, ma anche per altre opere meno conosciute ma interessanti); Ryoko Yamagishi; Asuka Morimura (autrice del famoso La Seine no Hoschi, La Stella della Senna); Michiyo Akaishi e Chieko Hosokawa.

Reggerai agli innumerevoli e stimolanti Input?
Ho deciso di occuparmi principalmente di Shoujo degli anni ‘70-‘80 perché in Italia non si è andati oltre Lady Oscar che, per carità, è un manga eccellente e merita tutto il successo che ha avuto, ma che deve essere di stimolo per la lettura e l’approfondimento di un mondo sconosciuto dai più. Si pensi infatti al silenzio degli shoujo fino alla Soryo e alla Saitou. Loro stesse hanno ammesso in più di un’intervista di avere usufruito degli insegnamenti delle Sensei appena citate. Spero che questa mia rubrica ti stimolerà non a comprare, ma per lo meno ad apprezzare un’arte che oggi si tende a chiamare antica e superata, ma che non è affatto così!

GLI STRUMENTI DEL MESTIERE

Cominciamo dall’inizio. Cosa serve per disegnare un manga o un qualsivoglia fumetto? Bene, gli strumenti del mestiere sono molti, ma all’inizio non è necessario che te li procuri tutti. Comincerei tuttavia dalle matite. È necessario avere tutti o quasi i tipi di matita: sia quelle tradizionali sia quelle a mina. Servirà una gomma matita, una normale e la gomma pane. Dei fogli formato A4 saranno ottimi per cominciare. Ovviamente premunisciti di blocchetto per gli schizzi che ti servirà per dare forma e consistenza alle tue idee, per abbozzare ciò che dovrai poi riportare sul foglio di lavoro.

È fondamentale avere dei pennini, dell’inchiostro di buona qualità, alcuni pennelli di diverse misure, una riga e una squadra, un compasso e degli ellissografi.

Per i più fanatici ci sono anche delle chicche, come il guanto per non ungere il foglio con il grasso della mano e lo scopino di piume per spazzare via i residui della gomma.
Per stendere il colore su vaste zone è preferibile un pennello grande a punta piatta.
Un vecchio pennello può tornare sempre utile. I pennelli da disegno devono essere di buona qualità e flessibili, la punta deve rimanere sempre ben definita.

Taglierine e bisturi da disegno possono essere molto utili se non indispensabili, soprattutto quando avrai a che fare con i retini.
Per incollare, montare i disegni, realizzare collage sarà indispensabile usare adesivi affidabili, se ti serve del nastro adesivo è preferibile quello di carta che non strappa i disegni una volta tolto.

Vedi anche la sezione fumetto/strumenti e disegno a mano/strumenti e supporti.

I PRIMI PASSI

Molte mangaka famose hanno iniziato a disegnare presso altre disegnatrici, poi, dopo una gavetta più o meno lunga, hanno raggiunto l’autonomia e hanno raffinato il loro stile. Questo per dirti che è senz’altro un buon esercizio cominciare con il copiare le immagini, dalle più semplici alle più complesse, dei tuoi autori preferiti.
Ad esempio io ho cominciato imitando le illustrazioni della Tsukumo e l’ho reinterpretata a seconda del mio stile. Ma questo è un passaggio che verrà in seguito. Se aspiri a diventare un mangaka ti consiglio di copiare senza pudore tutto ciò che più ti piace. Vedrai che col tempo non solo la tua tecnica si affinerà, ma comincerai a leggere i fumetti, apprezzandoli ancora di più dove noterai dei virtuosismi tecnici. Non solo, imparerai anche a stilizzare la realtà che ti circonda: non disegnando tutto, ma l’indispensabile. Una poltrona, ad esempio, la disegnerai con 4-5 tratti anziché un’infinità, che tra l’altro renderebbero confuso il disegno.
Direi di cominciare a copiare dagli autori preferiti per almeno 6-7 mesi, naturalmente nel frattempo dovrai studiare la figura umana e lo spazio in cui collocarla.
Ricorda però che per disegnare (anche quando si copia) è fondamentale fare attenzione a tutti i minimi particolari e alle minime sfumature. Si deve imparare a familiarizzare con lo schizzo e con le varie tecniche di composizione libera. Col tempo questi primi esercizi, anche se noiosi, saranno molto utili.

Articolo gentilmente scritto da Cinzia (Scarlettmanga)

 

I diritti di tutte le immagini appartengono ai rispettivi autori, sono state pubblicate a puro scopo dimostrativo.

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