La matita

La matita

Materia prima per la produzione della matita è la grafite, una forma di carbonio naturale creatosi, come il carbone, in epoca preistorica. Scoperta intorno al ’500 nel Cumberland, originariamente la grafite era usata per fabbricare palle di cannone. Il suo uso come materiale da disegno era invece limitato, data la sua estrema friabilità. Bisognò arrivare alla fine del ’700 per ottenere una grafite “solidificata” con argilla, corrispondente al prodotto oggi comunemente in uso.

CHI VUOLE IMPARARE A DISEGNARE DOVRÀ INNANZITUTTO ALLENARSI NELLE POSSIBILITÀ DI UTILIZZO DELLA MATITA

Le matite si classificano per la “durezza” della mina: si parte dalla EE, morbidissima, grazie alla quale si può ottenere un tratto nero molto intenso. Poi andiamo a scalare: EB, 6B, 5B, 4B, 3B, 2B, B fino alla media HB. Le matite più dure partono dalla F, H, 2H, 3H fino alle 4H, 5H, 6H, 7H, 8H, 9H, queste ultime in particolare sono durissime, particolarmente adatte per disegni tecnici.
In base al disegno che si vuole eseguire si può scegliere la durezza della matita. Non tutti i negozi che trattano articoli da disegno hanno la serie completa, anche perché

IL DISEGNATORE ESPERTO IN GENERE UTILIZZA SOLO DUE MATITE: UNA MORBIDA PER I DISEGNI ARTISTICI E UNA DURA PER I DISEGNI TECNICI

La scelta di queste due matite è effettuata in base alla “mano”, ovvero alla pressione naturale che ognuno di noi dà al tratto disegnando.

LAPIS O PORTAMINE?

Di solito in commercio si trovano due tipi di matite: il cosiddetto lapis, formato da un cannello di legno che contiene la mina, e il portamine metallico con mine intercambiabili. Le matite in legno possono essere esagonali o rotonde: le prime permettono una più sicura impugnatura (l’indice appoggiato su uno dei lati e il pollice su altri due), le seconde sono più maneggevoli se si devono eseguire tratteggi che presuppongono posizioni diverse della punta della matita.
Le matite metalliche o portamine sono molto pratiche poiché possono essere ricaricate.
La classificazione delle singole mine è identica a quella delle matite di legno.
Non deve essere sottovalutata l’importanza della punta della mina.

UNA PUNTA PERFETTA AIUTA A DISEGNARE CORRETTAMENTE E AL MASSIMO DELLE PROPRIE POSSIBILITÀ

Se si usa la matita classica, lo strumento più ovvio per “fare la punta” è un buon temperamatite a rotazione, ma il disegnatore professionista impiega la lametta, al fine di ottenere la cosiddetta punta a lancia. In genere la punta deve essere piuttosto lunga ma senza esagerazione, in modo da evitare che si rompa facilmente per la pressione esercitata. Tuttavia in alcuni casi può rendersi necessaria una punta un po’ più lunga del solito, per esempio quando la matita deve essere tenuta in posizione quasi orizzontale. La punta dovrà invece essere leggermente arrotondata per tracciare le prime linee.
È fondamentale non far cadere a terra la matita poiché la caduta provoca la rottura interna della mina. Se stiamo utilizzando un portamine di metallo, si dovrà appuntire soltanto la mina. A questo scopo si trovano nei negozi specializzati raschietti, in genere di cartone o di legno, a cui è applicata della carta vetrata. Questa operazione produce una polvere che sporca molto; per ovviare a questo inconveniente basterà ritagliare una fenditura a forma di U sul coperchio di una semplice scatola di cartone, ripiegare la parte ritagliata verso l’interno, quindi applicarvi un pezzo di carta vetrata. In questo modo tutti i residui di grafite resteranno dentro la scatola.
È bene tenere a disposizione anche un pezzettino di spugna per ripulire la mina prima di cominciare a usarla poiché, dopo essere stata appuntita, sarà rimasta anch’essa sporca di polvere. Con questi semplici accorgimenti si eviteranno inconvenienti che potrebbero rovinare un disegno.

Di seguito ti metto il collegamento a qualche ottimo prodotto disponibile su Amazon:



LA GOMMA

Importante è anche l’uso di una buona gomma per cancellare. Ve ne sono di diversi tipi: la gomma morbida è adatta per le superfici ampie, quella a forma di matita per le zone più limitate. La gomma deve essere tenuta costantemente pulita, per farlo basterà grattarla su una pezza di tela.
Se si vuole cancellare una linea orizzontale, si sfrega la gomma verticalmente; se invece la linea è verticale la gomma deve essere usata in senso orizzontale.
Per il disegno si può usare la gomma pane, una gomma particolarmente morbida e malleabile che assorbe l’unto delle dita mescolato alla grafite, ma è consigliabile l’utilizzo solo con matite particolarmente morbide.
La gomma pane può aiutare anche a schiarire le sfumature, usandola come un tampone e premendola molto delicatamente sulla zona interessata, assicurandosi prima di ogni tamponatura che sia perfettamente pulita.

INOLTRE LA GOMMA PANE SI PUÒ USARE PER OTTENERE PARTICOLARI EFFETTI DI CANCELLATURA ESPRESSIVA SU DISEGNI GIÀ ESEGUITI

Un altro tipo di gomma che si trova in commercio è la gomma matita. Questa ha la parvenza di una normale matita ma al posto della mina c’è una gomma.
La gomma matita è in genere utilizzata per fare correzioni di precisione, soprattutto nei disegni tecnici.

VA TENUTO PRESENTE CHE IL DISEGNATORE PROFESSIONISTA TENDE A ELIMINARE LA GOMMA DAL PROPRIO BAGAGLIO STRUMENTALE: EGLI INFATTI UTILIZZA ANCHE I SEGNI DI BASE E QUELLI IMPRECISI PER DARE MAGGIORE VIVACITÀ ED ESPRESSIVITÀ AL LAVORO FINITO

Puoi acquistare la gomma pane qui:


ESERCIZIO 1

OTTENERE 3 TONI

Ed eccoci al primo utilissimo esercizio di questo corso. Sappi che, indipendentemente dal tipo di disegni che vorrai fare in futuro, questo sarà la pietra miliare del tuo percorso.
Non solo non devi saltarlo, ma dovrai eseguirlo più e più volte. Ricordi i 15 minuti di tempo richiesti ogni giorno? Se li impiegherai in questo lavoro otterrai di certo enormi risultati.

Scopo: riuscire a controllare la matita e il proprio tratto.

Tempo: per completare l’esercizio in maniera corretta servono dalle 3 alle 8 ore.

Materiale occorrente:
– 1 foglio da disegno liscio e spesso (consigliabile la carta Fabriano 220 g – vedi Strumenti e supporti)
– 1 matita morbida a scelta tra la B e la 4B

Su un foglio da disegno disegna 3 quadrati di circa 15 cm di lato, uno sotto l’altro a distanza di 2 cm.
Il primo quadrato verrà riempito usando un tratto molto intenso e deciso, il terzo con un tratto molto lieve e il secondo con un tratto medio.
Attenzione: per tutti i quadrati si utilizzerà sempre la stessa matita che in base alla “mano” del disegnatore potrà essere scelta tra la B e la 4B. La gomma è vietata!

Grazie a questo esercizio (che deve essere ripetuto fino a ottenere un risultato perfetto) si acquisiranno molte capacità:

DALLA PERFETTA GESTIONE DEL CHIAROSCURO AL CONTROLLO DELLA MATITA E DI CONSEGUENZA DEL PROPRIO TRATTO

Qualche consiglio: in pratica si tratta di “colorare” i quadrati procedendo con righe orizzontali alte al massimo 2/3 mm. Il tratto presenta delle lievi fessure che gli conferiscono un aspetto complessivo uniforme. Le scorciatoie non servono: se pensi di fare le righe da 1 cm per finire prima, butterai tutto e ricomincerai da zero.

Trovi i fogli consigliati nell’esercizio qui:


ESERCIZIO 2

OTTENERE DELLE SFUMATURE

Scopo: riuscire a passare da un tono all’altro senza bruschi scatti.

Tempo: per completare l’esercizio in maniera corretta servono dalle 2 alle 8 ore.

Materiale occorrente:
– 1 foglio da disegno liscio e spesso (consigliabile la carta Fabriano 220 g – vedi Strumenti e supporti)
– 1 matita morbida a scelta tra la B e la 4B

Questo esercizio è l’evoluzione del primo: ora che sei in grado di calibrare la tua mano per ottenere diverse intensità di tratto, è arrivato il momento di creare sfumature. Perciò, se non hai completato con successo l’esercizio precedente, non avventurarti in questo.

Disegna come prima i 3 quadrati su un foglio da disegno liscio.
Nel primo dovrai effettuare una gradazione da scuro a chiaro, nel secondo da scuro a chiaro e da chiaro a scuro, nel terzo da chiaro a scuro e da scuro a chiaro.
La foto successiva ti farà capire meglio.

L’esercizio si può variare cambiando il verso delle sfumature (da destra a sinistra, dall’alto al basso). Ovviamente anche questo esercizio sarà eseguito con una sola matita e senza l’uso della gomma (se usata con parsimonia si può concedere la gomma pane).

Più le sfumature si complicano più il risultato è esteticamente bello, per cui perché non giocarci su? Crea la tua prima opera sfruttando questo esercizio.

Ecco alcune idee:


ESERCIZIO 3

COPIA DAL VERO

Sei stato paziente, hai lavorato per giorni e giorni su tono e tratto, ora sai finalmente padroneggiarli alla perfezione. Bravo! È arrivato il momento di passare a qualcosa di più complesso.

Scopo: riuscire a riprodurre su foglio un oggetto tridimensionale utilizzando effetti chiaroscurali.

Tempo: variabile, dipende dalla dimensione dell’oggetto e dalle capacità del disegnatore.

Materiale occorrente:
– 1 foglio da disegno liscio e spesso (consigliabile la carta Fabriano 220 g – vedi Strumenti e supporti)
– 1 matita morbida a scelta tra la B e la 4B

In questo esercizio cercheremo di riprodurre un oggetto fisico particolareggiato, come un rotolo di spago, una pigna o una spiga di grano. Perché? Semplice, più chiaroscuri ha il soggetto, più sarà facile metterlo nero su bianco. Un oggetto uniforme o con tanti toni simili, infatti, è molto più complicato da rendere.
Posiziona il tuo oggetto davanti a una fonte di luce diretta, da un lato a scelta. Ti consiglio di non usare la luce del sole bensì una lampada, poiché l’esercizio potrebbe durare anche delle ore e, ovviamente, il sole non resterà fermo per la gioia di noi artisti. Dopo un po’ di tempo le ombre non corrisponderanno più e a te non resterebbe che continuare il giorno successivo, sperando il tempo non cambi!

Sei pronto? Iniziamo!
Prendi sempre un foglio liscio come negli altri esercizi, un’unica matita e nessuna gomma (se usata con parsimonia, si può concedere la gomma pane).

1- Inizia disegnando a mano libera le linee principali del soggetto, con un tratto sottile e poco marcato. Se si tratta, ad esempio, di un rotolo di spago, non sarà difficile: basterà osservare bene il modo in cui si intreccia la corda.
2- Controlla bene luci e ombre, le parti in cui lo spago è illuminato e quelle in cui è completamente scuro. Definisci sullo schizzo cosa andrà di un tono e cosa dell’altro, similmente a quanto fatto prima negli esercizi bidimensionali.
3- Inizia a “colorarlo” utilizzando il chiaroscuro ormai familiare.

All’inizio non sarà semplicissimo, serviranno varie prove. Proprio per questo ti consiglio un oggetto piccolo, in modo che ogni prova non richieda tanto tempo. Ricordi? 15 minuti al giorno: se hai solo questi, puoi riuscire a fare mezzo rotolo di spago.
Un’ottima prima prova potrebbe essere questa:

Più curerai il tratto, più il risultato sarà verosimile.
Inoltre, tieni in considerazione che le zone di massima luce risulteranno bianche, e le zone di ombra risulteranno completamente nere.

Importante: come per gli altri esercizi oltre al divieto della gomma c’è anche il divieto assoluto delle dita! La sfumatura ottenuta con le dita non fa altro che rovinare e sporcare il tratto. Vediamo un esempio:

COSE DA NON FARE E DA FARE

La prima sensazione che si ha guardando questo disegno è che sia “sporco”. Se noti, in vari punti non è stato usato il tratto per definire bensì uno sfumino o, ancora peggio, il dito. Il dito, credimi, è il tuo peggior nemico nel disegno a matita, infatti crea questi aloni indistinti intaccando anche ciò che di buono aveva il lavoro.
Per seconda cosa noterai subito che non è stato usato in maniera soddisfacente il chiaro scuro. Ad esempio sui petali della rosa: più che un disegno finito sembra una bozza in fase iniziale.
Il terzo punto da osservare è il tratto che in alcune parti è fatto in un senso e in altre nell’opposto.
In realtà, il tratto inclinato in più versi non è affatto un errore, ma bisogna saperlo usare nel modo corretto.

A seguire ti voglio far vedere alcuni interessanti lavori in cui si gioca molto sul tratto.

Questa pigna è un lavoro simile a quello fatto con lo spago. Vedi come il tratto incrociato è riuscito a definire bene chiari e scuri? A prescindere dal colore della carta, puoi vedere ben definite le zone di luce e le zone di ombra.
Non ci sono aree “sporche”, è un lavoro pulito e chiaro.
Il tratto incrociato è molto utile anche per riprodurre la finitura di una superficie, ad esempio la pelle di queste scarpe: un lavoro egregio.

Osserva l’incredibile precisione e pulizia, perfino nell’ombra della scarpa.
Consiglio: quando ti troverai a realizzare soggetti voluminosi, tieni sempre un foglietto pulito tra il disegno e la tua mano, in modo da non sporcare indirettamente il lavoro.

Un altro esempio che ti voglio far vedere è quello di un animale. Nota come il tratto segue il verso del pelo. Anche in questo caso luci e ombre sono perfettamente definite (matita su carta avorio) e l’autore va a enfatizzare le diverse superfici usando di volta in volta un tratto diverso: nota come rende bene la rugosità della lingua incrociando il segno.

Più il soggetto è complesso, più avrai bisogno di un attento studio di luci e ombre.
Il cavallo nell’immagine successiva ti fa capire come preparare il bozzetto iniziale da andare di seguito a definire.
Disegnati i contorni principali, è stato usato un tratto direzionale per rendere i giochi di luci e ombre. A questo punto sarà sufficiente un lavoro di finitura per concludere al meglio il disegno, ma anche così è un ottimo lavoro.

All’inizio dell’esercizio di copia dal vero ti ho detto di scegliere soggetti con tanti dettagli poiché più le superfici sono lisce e uniformi, più è difficile renderle.
Nel disegno a seguire capirai cosa intendevo.

L’autore ha fatto un ottimo lavoro: nonostante non sia un disegno iperrealista, è eseguito molto bene. Vedi come il piattino, pur non avendo tanti giochi di luce, risulta pulito e ben definito?
Osserva anche lo sfondo, creato per far risaltare il vapore caldo: qui puoi notare un esempio perfetto di tratto finemente eseguito.

La copia dal vero non è semplice ma è una tappa obbligata in cui ogni artista deve cimentarsi per acquisire capacità di osservazione.
Ed è proprio attraverso l’osservazione e la copia che si impara maggiormente. Un corso didattico serve per dare gli spunti giusti, però è l’artista stesso, con la pratica quotidiana, il primo insegnante di se stesso.

 

COPIA CON RETICOLO

Non solo disegno dal vero. La possibilità intermedia, soprattutto se hai avuto difficoltà nel riprodurre la forma del tuo soggetto, è quella di usare una griglia al fine di facilitare questo passaggio.
In questo caso opterai per una foto in bianco e nero anziché un oggetto fisico.
Valgono le stesse regole: alto contrasto tra chiaro e scuro, alto numero di dettagli.
Puoi usare quelle immagini prese da qualche rivista, ad esempio delle pubblicità.
Traccia una griglia con righe e colonne da 5 mm su un foglio di acetato trasparente da applicare sopra. Poi, sul tuo foglio, traccia la stessa grigia con il tratto più leggero possibile, in modo che sia semplice andare a cancellarla dopo.
A questo punto potrai copiare il soggetto e i chiaroscuri un quadretto per volta, facilitando il lavoro. Attenzione però a dare sempre un occhio d’insieme.

A seguire un paio di esempi realizzati con reticolo.

Il reticolo ti permetterà di concentrarti maggiormente sui dettagli e, con tanta pazienza, riuscirai a ottenere effetti splendidi, come nel disegno qui sotto.

Iper realismo? Certo, è possibile. Guarda questo video che racconta un’incredibile opera di Emanuele Dascanio:

RACCOMANDAZIONI FINALI

È molto importante usare un tratto piccolo. Il tratto inoltre non deve essere “compatto”, lo si può far “respirare” lasciando qualche fessura, risulterà più leggero e piacevole.
All’inizio usa fogli lisci anziché ruvidi perché il foglio ruvido compromette il tratto.

ARMATI DI MOLTISSIMA PAZIENZA

Non sottovalutare i primi due esercizi: sono molto lunghi da eseguire e noiosi, possono sembrare una perdita di tempo, ma in realtà danno una solida base. E non solo per il disegno a matita, forniscono una base non indifferente che in seguito potrai applicare con l’utilizzo di altre tecniche pittoriche.
Nel disegno dal vero, all’inizio scegli come soggetti oggetti ricchi di particolari: sono più facili da disegnare e aiutano ad affinare l’osservazione. Più avanti, quando avrai una certa familiarità con la copia dal vero, potrai passare a oggetti composti da parti lisce, come la tazzina di caffè vista prima.
L’ultimo consiglio riguarda la finitura del disegno, soprattutto se è stato realizzato con matita molto morbida: passalo con il fissativo, altrimenti potrebbe rovinarsi a contatto con le mani o anche con un altro foglio.
Il fissativo si acquista in bombolette nei negozi di belle arti. Se non ne sei provvisto puoi usare anche una lacca per capelli priva di coloranti o sostanze particolari che potrebbero rovinare la carta.
Attento però, una volta spruzzato il fissativo (attenzione a seguire le indicazioni di distanza per non creare macchie) non potrai più cancellare, per cui assicurati che attorno al disegno non siano rimasti aloni, molto facili da crearsi quando si usano le matite morbide.

© 2018 Lorena Laurenti. All rights reserved. È possibile fare una citazione dell’articolo includendo il link originale alla pagina e dandone comunicazione all’indirizzo info@disegnamo.it

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