Giappone – DisegnAMO https://www.disegnamo.com Il primo sito che ti insegna a disegnare... gratis! Mon, 26 Nov 2018 21:37:17 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.3 Shoujo Manga https://www.disegnamo.com/shoujo-manga/ Mon, 26 Nov 2018 21:37:17 +0000 http://www.disegnamo.com/?p=580 Sono Cinzia, sono nata nel lontano 1975 e sono appassionata, nonché maniaca di shoujo manga. Oltre a disegnarli con risultati passibili di commenti negativi (sigh!), soprattutto li leggo e li studio forte della mia laurea in lettere e della mia seconda specializzazione in lingua e cultura del Giappone. Conosco infatti il giapponese quanto basta per leggere e tradurre uno shoujo e per impazzire quando un kanji nuovo si intromette tra me e il significato della frase che sto interpretando.
Su questo sito per addetti ai lavori parlerò essenzialmente di shoujo degli anni ‘70 e ‘80 e di come disegnarli senza ammazzarsi o sbattere la testa contro il muro.
Domanda che sorge spontanea: perché Shoujo e perché proprio degli anni ‘70 e ‘80? Non tutti sanno che se oggi si possono leggere capolavori come i manga di Chiho Saitou o di Fuyumi -Mars- Soryo è grazie a due meravigliosi gruppi di donne che a cavallo fra il 1970 e il 1980 riuscirono a stravolgere il mondo dei manga fino a quel momento appannaggio quasi esclusivamente maschile. Parlo del GRUPPO 24 e del GRUPPO HOKKAIDOU.

Un po’ di storia

Gli Shoujo Manga nascono nel 1962 grazie alla felicissima intuizione della casa editrice Kodansha, che nel 1914 aveva dato vita alla rivista maschile Shonen Club, che fonda la rivista per ragazze Shoujo Club. Fu subito un successo: oggi gli shoujo sono probabilmente una delle glorie nazionali del Giappone. [Curiosità: la parola Manga deriva dall’unione dei due Kanji MAN (satira) e GA (immagine) = immagine satirica.]
Le autrici del Gruppo 24 e di quello Hokkaidou si distinsero da subito per la loro originalità e per la creazione di tipi di immagini e personaggi universalmente riconosciuti come Shoujo. Lo sfondo delle storie era quasi sempre occidentale e romantico-storico, e non mancavano riflessioni di carattere sociale e psicologico. Ogni singola mangaka elaborava uno stile unico che la contraddistinse attraverso particolari e dettagli. La prima disegnatrice donna fu Hideko Mitsuno creatrice di Honey Honey (I fantastici viaggi di Fiorellino in Italia) Tocca però a Moto Hagio rivoluzionare il genere Shoujo con il suo CLAN DEI POE, storia di una famiglia attraverso più generazioni.
Va ricordata ovviamente anche tutta una serie di Sensei (maestre) delle quali ci occuperemo in questo spazio. Da Yumiko Igarshi (madre di Candy Candy e di Lady Georgie), Chieko Hara (divenuta famosa con Fostine e Kaze no sonata, in Italia pubblicati all’inizio degli anni ‘80 dal settimanale Candy Candy); Waki Yamato (eccellente madre di Haikarasan ga tooru, Mademoiselle Anne); Yumiko Ooshima; Youko Tadatsu (per colpa della quale molti pensano che gli shoujo parlino solo di amore e le protagoniste abbiano tutte i capelli biondi e gli occhi come fontane pronte ad aprirsi alle minime avversità!); Suzue Miuchi (chi non ricorda Glass no Kamen, Il grande sogno di Maya?); Akimi Yoshida; Mutsumi Tsukumo (la mia Mangaka preferita, autrice di Kaze to tomo ni sarinu, eccelsa versione manga di Via Col Vento); Toshie Kihara (bravissima disegnatrice di capolavori come Angelique e Yume no ishibumi); Kumi Morikawa (amante del nostro paese tanto da ambientare moltissimi manga durante il nostro Rinascimento, per esempio Hana No Santa Maria e Venezia Fujin); Keiko Takemiya; la mitica e mai superata Riyoko Ikeda (grazie alla quale gli shoujo hanno spopolato in Italia, non solo grazie a Versailles no bara, ma anche per altre opere meno conosciute ma interessanti); Ryoko Yamagishi; Asuka Morimura (autrice del famoso La Seine no Hoschi, La Stella della Senna); Michiyo Akaishi e Chieko Hosokawa.

Reggerai agli innumerevoli e stimolanti Input?
Ho deciso di occuparmi principalmente di Shoujo degli anni ‘70-‘80 perché in Italia non si è andati oltre Lady Oscar che, per carità, è un manga eccellente e merita tutto il successo che ha avuto, ma che deve essere di stimolo per la lettura e l’approfondimento di un mondo sconosciuto dai più. Si pensi infatti al silenzio degli shoujo fino alla Soryo e alla Saitou. Loro stesse hanno ammesso in più di un’intervista di avere usufruito degli insegnamenti delle Sensei appena citate. Spero che questa mia rubrica ti stimolerà non a comprare, ma per lo meno ad apprezzare un’arte che oggi si tende a chiamare antica e superata, ma che non è affatto così!

GLI STRUMENTI DEL MESTIERE

Cominciamo dall’inizio. Cosa serve per disegnare un manga o un qualsivoglia fumetto? Bene, gli strumenti del mestiere sono molti, ma all’inizio non è necessario che te li procuri tutti. Comincerei tuttavia dalle matite. È necessario avere tutti o quasi i tipi di matita: sia quelle tradizionali sia quelle a mina. Servirà una gomma matita, una normale e la gomma pane. Dei fogli formato A4 saranno ottimi per cominciare. Ovviamente premunisciti di blocchetto per gli schizzi che ti servirà per dare forma e consistenza alle tue idee, per abbozzare ciò che dovrai poi riportare sul foglio di lavoro.

È fondamentale avere dei pennini, dell’inchiostro di buona qualità, alcuni pennelli di diverse misure, una riga e una squadra, un compasso e degli ellissografi.

Per i più fanatici ci sono anche delle chicche, come il guanto per non ungere il foglio con il grasso della mano e lo scopino di piume per spazzare via i residui della gomma.
Per stendere il colore su vaste zone è preferibile un pennello grande a punta piatta.
Un vecchio pennello può tornare sempre utile. I pennelli da disegno devono essere di buona qualità e flessibili, la punta deve rimanere sempre ben definita.

Taglierine e bisturi da disegno possono essere molto utili se non indispensabili, soprattutto quando avrai a che fare con i retini.
Per incollare, montare i disegni, realizzare collage sarà indispensabile usare adesivi affidabili, se ti serve del nastro adesivo è preferibile quello di carta che non strappa i disegni una volta tolto.

Vedi anche la sezione fumetto/strumenti e disegno a mano/strumenti e supporti.

I PRIMI PASSI

Molte mangaka famose hanno iniziato a disegnare presso altre disegnatrici, poi, dopo una gavetta più o meno lunga, hanno raggiunto l’autonomia e hanno raffinato il loro stile. Questo per dirti che è senz’altro un buon esercizio cominciare con il copiare le immagini, dalle più semplici alle più complesse, dei tuoi autori preferiti.
Ad esempio io ho cominciato imitando le illustrazioni della Tsukumo e l’ho reinterpretata a seconda del mio stile. Ma questo è un passaggio che verrà in seguito. Se aspiri a diventare un mangaka ti consiglio di copiare senza pudore tutto ciò che più ti piace. Vedrai che col tempo non solo la tua tecnica si affinerà, ma comincerai a leggere i fumetti, apprezzandoli ancora di più dove noterai dei virtuosismi tecnici. Non solo, imparerai anche a stilizzare la realtà che ti circonda: non disegnando tutto, ma l’indispensabile. Una poltrona, ad esempio, la disegnerai con 4-5 tratti anziché un’infinità, che tra l’altro renderebbero confuso il disegno.
Direi di cominciare a copiare dagli autori preferiti per almeno 6-7 mesi, naturalmente nel frattempo dovrai studiare la figura umana e lo spazio in cui collocarla.
Ricorda però che per disegnare (anche quando si copia) è fondamentale fare attenzione a tutti i minimi particolari e alle minime sfumature. Si deve imparare a familiarizzare con lo schizzo e con le varie tecniche di composizione libera. Col tempo questi primi esercizi, anche se noiosi, saranno molto utili.

Articolo gentilmente scritto da Cinzia (Scarlettmanga)

 

I diritti di tutte le immagini appartengono ai rispettivi autori, sono state pubblicate a puro scopo dimostrativo.

]]>
Strumenti https://www.disegnamo.com/strumenti/ Fri, 23 Nov 2018 15:53:25 +0000 http://www.disegnamo.com/?p=327 I fumetti e le vignette possono essere creati con qualsiasi mezzo, tecnica e stile, ma sono perlopiù associati ai disegni in bianco e nero. Pertanto, iniziamo col prendere in considerazione questo approccio. Segue una lista di strumenti indispensabili per il futuro fumettista.

MATITE

Puoi scegliere tra le matite tradizionali, con l’esterno in legno, o i portamine. La scelta della matita è molto personale: c’è chi preferisce quella tradizionale perché riesce a ottenere un’ampia varietà di tratti, chi invece opta il portamine, per il segno pulito e preciso che questo strumento conferisce.
Anche la morbidezza della mina dipende da una scelta personale: il tratto che si va a segnare sulla carta non deve essere né troppo forte né troppo leggero, ma soprattutto devi stare attento a non creare solchi sul foglio o segni incancellabili.
Alcuni artisti preferiscono usare la matita H, in quanto traccia una linea grigia molto leggera, ma essendo dura tende a segnare la carta se usata con mano pesante. Questo potrebbe rappresentare un problema qualora, in seguito, si dovesse applicare l’inchiostro al disegno: a causa della superficie danneggiata della carta, infatti, si possono formare macchie e l’inchiostro può spandersi nelle righe (soprattutto su cartoncino). Se invece hai un tratto sicuro e uno stile pulito e immediato, una matita H può andare bene. Similmente anche usare una matita troppo morbida può creare problemi, difatti scegliendo una B o una 2B, se non hai la mano “leggera”, rischi di macchiare tutto il foglio, creando segni difficilissimi da togliere.
Se vuoi maggiori informazioni su questo strumento e qualche esercizio per scegliere la matita più adatta a te, consulta la sezione disegno a mano/la matita.

Di seguito ti metto il collegamento a qualche ottimo prodotto disponibile su Amazon:


CANNUCCE E PENNINI

Lo strumento tradizionale del vignettista rimane sempre la cannuccia. Purtroppo, non esiste un metodo semplice per cominciare a disegnare subito perfettamente con una cannuccia. II fattore critico è la comodità: bisogna trovarsi a proprio agio con una penna per poterla usare con mano sicura. Vari sono i pennini consigliabili per le diverse qualità del tratto.

IL PENNINO DEVE ESSERE FLESSIBILE, DUREVOLE, ADATTABILE

Per iniziare, acquista una penna stilografica con il pennino a punta e non squadrato. Una volta scoperti gli effetti che si possono creare, potresti provare alcuni dei pennini professionali standard. In sostanza, esistono due tipi di cannuccia: corta o lunga. Come nel caso dei pennelli, alcuni preferiscono usare un manico lungo con un piccolo peso all’estremità per controbilanciare la punta; altri optano per un manico corto, che ha il vantaggio di poter essere riposto in un astuccio o infilato in tasca. Dato che vi sono attacchi diversi per pennini più grandi o più piccoli, se intendi usarne diversi assicurati che la cannuccia si adatti a quello scelto.

Penne stilografiche

Queste penne sono comode da usare e la gamma che si trova in commercio comprende un certo numero di tipi adatti al disegno. Il problema principale è che l’inchiostro usato non è impermeabile. Gli inchiostri impermeabili, infatti, rischiano di ostruire la penna. Per ovviare a questo inconveniente la scelta può ricadere sugli inchiostri permanenti, meno densi della china ma più versatili in questo contesto.
La gamma dei pennini è limitata. Non esiste un pennino per penna stilografica che possa eguagliare la finezza della penna per cartografia o la flessibilità della maggior parte delle cannucce.
Dovrete lavorare con tratti ampi e su una scala adeguata, nulla di troppo piccolo o con dettagli delicati.

Rapidograf

È un tipo di penna che, nei lavori di grafica, consente di ottenere un tratto perfetto per bordi e linee diritte.
Il “pennino” che convoglia l’inchiostro è un tubicino metallico di dimensioni comprese tra 0,1 mm e 2 mm. Data la durezza meccanica della punta, il rapidograf non è indicato per il disegno espressivo. Grazie a questa stessa caratteristica, però, è l’ideale per realizzare una puntinatura uniforme.
Per avere altre informazioni circa penne e inchiostri o per vedere qualche tecnica, consulta la sezione disegno a mano/penna e inchiostro per saperne di più.

PENNELLI

Ti serviranno due tipi di pennelli: uno per disegnare, l’altro per applicare il colore. Molti li giudicano scomodi per disegnare, in quanto le setole sono più difficili da controllare rispetto a un pennino. Come per qualsiasi strumento da disegno, la comodità è l’elemento più importante ed è decisivo ai fini della scelta tra un pennello bombato a punta fine, che può trattenere una grande quantità d’inchiostro, o un pennellino piatto 00 per finiture. Dovrai anche stabilire se usare un pennello con manico corto o lungo, che fa da contrappeso.
Per riempire di nero aree estese, un pennello sintetico più grande è comodo e veloce. Per questo tipo di lavoro, alcuni usano un cotton fioc, che produce una splendida finitura.
Anche i pennelli vecchi e consumati possono tornare utili nelle tecniche a “pennello asciutto”: ad esempio se bisogna aprire e trascinare le setole, l’operazione che rovinerebbe un pennello nuovo.
Troverai più informazioni riguardo ai pennelli nella sezione disegno a mano/strumenti e supporti.

INCHIOSTRI DA DISEGNO

L’aspetto più importante di un inchiostro nero da disegno è la sua impermeabilità o meno.

IL TRATTO DEL DISEGNO A INCHIOSTRO NON DEVE SCIOGLIERSI SE, UNA VOLTA ASCIUTTO, INTENDETE RIPASSARLO CON UN COLORE DILUITO

La china è la scelta migliore, ma verificate che sia perfettamente impermeabile e che non si tratti di un inchiostro speciale non impermeabile venduto con lo stesso nome.
Al giorno d’oggi si trovano in commercio anche altri inchiostri speciali molto neri di marche diverse.
Acquistatene una boccetta grande: è più economica e non rischierete di trovarvi sprovvisti nel bel mezzo di un lavoro.

Questa ad esempio è un’ottima china:

PENNARELLI

Tale termine comprende tutti i tipi di penne da disegno con punta in feltro o in fibra, molto sottile o molto larga. Diversi inchiostri neri per pennarelli sono ad acqua e non danno un vero nero, ma un misto di blu e arancione. Questo aspetto è importante nei lavori che verranno stampati poiché si avrà un tratto otticamente più chiaro. Gli inchiostri a spirito (inchiostro non grasso composto da una sostanza acquosa, colorante e solvente) sono semipermanenti e più neri, si riproducono bene e possono essere ripassati con un colore diluito.
In genere, i pennarelli offrono una gamma espressiva limitata riguardo alla qualità del tratto, ma sono molto più comodi, rapidi e facili da usare rispetto alle cannucce per bozzetti e layout. Per ripassare i contorni a matita potete optare per dei pennarelli numerati, ad esempio la linea Fineliner della Faber Castell: ci sono sia pennarelli a punta tonda normale (si parte dai 0,1 mm fino ai 0,7 mm) sia pennarelli con punta brush, Pitt Artist Pen Brush, con cui si riescono a ottenere tratti molto simili a un vero e proprio pennello, ma con la comodità di una penna. Questi ultimi sono disponibili anche con inchiostro di china.
Per colorare invece optate per i marker pen, sono dei pennarelli dotati di due punte (una a estremità), una grossa e l’altra sottile, i più noti sono i Promarker Pantone della Letraset Winsor & Newton o i marker della Copic. Riescono a dare un segno uniforme e resistono bene all’acqua, qualità molto utile per le correzioni a tempera, inoltre hanno una vastissima gamma di colori. Vedi disegno a mano/marker pen.

RETINI

Molti disegnatori preferiscono aggiungere una tonalità di grigio ai lavori da stampare in bianco e nero.
I retini già pronti costituiscono una valida alternativa alle tecniche pittoriche. In sostanza si tratta di puntini neri che vengono stampati uno vicino all’altro dando l’idea ottica del grigio uniforme. La “grana” e le dimensioni dei puntini variano, pertanto si possono avere grigi intensi e scuri o tonalità più luminose. La concentrazione, che varia dal 10 al 90% di nero, esprime la quantità di punti per centimetro quadrato.
Più primitivo è il metodo di stampa, più deciso deve essere il retino. Tenete presente che la stampa può scurire le tonalità più chiare: per ottenere un grigio medio, è meglio usare il 10 o il 20%.
I retini si presentano come fogli autoadesivi, con una pellicola protettiva da staccare al momento dell’applicazione, o trasferibili; in questo caso, per applicarli uniformemente, occorre sfregarli con un’apposita spatolina.
I retini trasferibili devono essere tagliati più grandi del necessario e rifilati nella giusta forma una volta applicati. Utilizza una lama molto affilata, ad esempio un bisturi da disegno, con mano leggera. Non usare i tipi autoadesivi sui disegni fotocopiati, in quanto il retro appiccicoso del retino può asportare una parte dell’inchiostro.
Sono disponibili in commercio retini neri con vari disegni e anche retini a colori, utili e rapidi da applicare, per stili decorativi o formali in cui sono richieste tonalità uniformi.
I retini inoltre si possono sfumare: si applicano sulla tavola e si schiariscono (grattano) con una gomma matita. I puntini vengono via abbastanza facilmente, creando in questo modo degli effetti interessanti.

Questi retini sono importati direttamente dal Giappone e recensiti bene:

© 2018 Lorena Laurenti. All rights reserved. È possibile fare una citazione dell’articolo includendo il link originale alla pagina e dandone comunicazione all’indirizzo info@disegnamo.it

]]>